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Nostalgia canaglia

Davvero sfizioso questo spot per “GLI ANNI ‘8O” , nuovo ciclo di documentari prodotto da National Geographic Channel, che debutterà in Italia domani, 4 giugno, alle 20:55.

Lo spot e l’intera campagna promozionale ruotano – è proprio il caso di dirlo – intorno al cubo di Rubik, che durante gli eighties si è diffuso a livello planetario.

Nel complesso, lavoro di pompaggio multimediale ben orchestrato (date un’occhiata alla sezione “GAME”), con The Corner London che si è occupata di promuovere il programma e Mullen di realizzare il sito di “The ’80s: The Decade That Made US” (chicca per i nostalgici del decennio), la versione originale della serie trasmessa negli Stati Uniti nella seconda metà di aprile.

Per quanto riguarda noi italiani, popolo di recidivi, dagli anni ’80 in poi la storia si è fermata. Persistono i governi democristiani, temi come l’immunità parlamentare, l’assetto istituzionale della Repubblica, il magna-magna degli onorevoli, la corruzione, l’ingovernabilità del Paese dominano ancora il dibattito pubblico e in generale ci frega ancora troppo poco di politica, con risultati evidenti.

In compenso, fedeli al nostro vero, irriducibile DNA culturale, ci abbuffiamo di calcio come sempre è stato, mentre le partite dell’undici azzurro restano uno dei rari, genuini momenti di unità nazionale.

Lunga vita a “La Storia siamo noi” !

 Il petrolio come asse portante del Novecento, il Caucaso come eldorado da colonizzare e prosciugare, costi quel che costi, terra promessa di una febbre dell’oro, non biondo stavolta, ma nero. Le sette sorelle come pupari che tirano le fila dell’economia e della politica globali, i pozzi mediorientali e asiatici come spinta iniziale di tutte le guerre da Hitler a Bush junior, dalla battaglia di Stalingrado al pantano iracheno.

L’approvvigionamento energetico come questione delle questioni. Enrico Mattei che avendolo capito sfida multinazionali e governi per far grande l’Italia.

Una bella lezione a firma di “La Storia siamo noi” , trasmessa ieri mattina da Rai Tre. La trovate qui.

Se ce ne fosse ancora bisogno, un’altra occasione per ricordare a questo servizio poco pubblico e molto autolesionista che programmi come quello di Minoli non si cancellano, quale che sia la ragione.

Punto e basta.

Piccino piccino picciò

Ieri sono passato dal barbiere a sfoltire una chioma ormai troppo irrequieta. In attesa che arrivasse il mio turno, mi son messo a sfogliare un po’ di riviste, niente di impegnativo, la classica roba che ancora si può trovare dai barbieri, avete presente: motori, gossip, sport, pin-up in abiti succinti.

Più che altro ho guardato le figure, come facciamo certe volte, quando non abbiamo voglia di concentrarci o quando ci capitano sotto gli occhi testi che non riusciamo a capire. Una cosa l’ho letta davvero, però, un pezzo di Alberto Anile per “TV Sorrisi e Canzoni” sui celeberrimi plastici di “Porta a Porta”.

Il titolo e la foto di Rino Petrosino anticipano uno slancio fanciullesco che traboccherà nel resto dell’articolo. Un tenerissimo Vespa posa in mezzo ai suoi giocattoli preferiti: la casa di Avetrana in cui fu uccisa Sarah Scazzi, la Costa Concordia di Schettino che costò la vita a più di 30 persone, l’appartamento in cui morì per asfissia Brenda, il trans coinvolto nella vicenda Marrazzo, e tutti gli altri gioiellini di famiglia.

Tutti tranne uno. Manca infatti il modellino della villa di Cogne, illustre capostipite della genia del plastico vespiano. Pare che sia andato perso e non riescano proprio a ritrovarlo. Ma Bruno è diventato un ometto…

[…] Vespa arriva, elegante e sorridente. Sapeva che l’avremmo ritratto in mezzo ai suoi plastici, ma vederli radunati è un tuffo al cuore. Non li riconosce tutti al primo sguardo: <<Aspetta, quello è…Cogne?>> No, Cogne non c’è. Glielo dicono e lui non ne fa una tragedia. Dietro le poltrone si sente distintamente un sospiro di sollievo.

Il modellino più impressionante è quello della casa di Avetrana, arredata con tavoli, sedie e tre automobiline dietro il cancello. Ma non scherza neanche quello di Brenda: in bagno c’è uno specchio e sulla mensola ci sono perfino tre mini cosmetici. <<Per me la tv è fisicità>> spiega il conduttore. <<Mentre i quotidiani facevano le piantine di Cogne, a me è venuta l’idea di realizzare il plastico: ci si può girare intorno, farlo vedere, toccarlo. (…) >> […]

Difendiamo il “piuttosto che”

Da “La Prova Dell’Otto”, il programma di Caterina Guzzanti in onda tutti i martedì alle 22.50 su MTV.

Una ragazza gira un video con un paio di amici e lo pubblica su YouTube: se la prende con quelli che usano in modo  improprio il “piuttosto che”, seguendo una specie di moda che negli ultimi anni si è diffusa nel parlato comune. Il video viene ripreso da Repubblica Tv e quella personale crociata a difesa della lingua italiana diventa una spassosa gag per il piccolo schermo, con la ragazza, che si chiama Carlotta Mazzoncini, nel ruolo di “quella della trusca” .

Animali da palcoscenico

A parte il fatto che ormai a “Quelli che il calcio”di calcio, non se ne parla per niente, e questo a molti spettatori potrebbe anche sembrare una cosa positiva. È rimasto soltanto Caputi, lì dentro, a guardare le partite. Non ce la può fare.

Però, questo pomeriggio, la puntata è stata particolarmente insopportabile, fra una Parietti che non si capiva bene cos’altro stesse a combinare invece di prepararsi ai collegamenti, Claudia Gerini che dopo lo spettacolino della pole dance (adesso la lap dance la chiamano così) in coppia con Victoria Cabello attaccava un pippotto che non si capiva se stesse scherzando o parlando sul serio, e il buon Pizzul, che alle ore 16 si presentava al suo di collegamento palesemente ubriaco mentre l’amichetto accanto agitava in faccia alla telecamera una brocca di vino con dentro le ultime gocce sopravvissute ad una lauta bevuta.

Almeno fra i vari animali da palcoscenico, uno autentico ce n’era. Virginia Raffaele è bravissima nell’imitazione (che poi è una via di mezzo fra imitazione e parodia) di Francesca Pascale, che poi sarebbe la fidanzatina di Silvio.