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SodaStream 1 – Pepsi 0 (?)

Lo spot seguente sarebbe dovuto andare in onda durante il Super Bowl che si disputerà domani negli Stati Uniti. Ma è stato bandito perché negli ultimi secondi la testimonial della bevanda (Scarlett Johansson) pronuncia la frase “sorry, Coke and Pepsi”. L’azienda produttrice sapeva che sarebbe successo, dato che Pepsi e Coca-Cola sono due storici inserzionisti dell’evento tv. Ma evidentemente ha preferito giocare sui meccanismi della rete, già emersi con chiarezza in diverse occasioni, per cui tutto ciò che viene censurato sui media tradizionali diventa in automatico appetibile per gli internauti e dunque virale. Anche quando è roba che fa cagare, come nel caso dello spot in questione.

N° di visualizzazioni su YouTube: più di 8 milioni.

Costo dell’inserzione: 0

Questo, invece, è lo spot della Pepsi che verrà trasmesso durante gli intervalli della partita.

N° di visualizzazioni su YouTube: 237.000.

N° di spettatori del Super Bowl: 111 milioni.

Costo dell’inserzione: 4 milioni di dollari.

Pur ammettendo che tutti i 111 milioni di spettatori del Super Bowl guardino effettivamente lo spot Pepsi (cosa di per sé molto improbabile), questi numeri grezzi ci dicono che Pepsi ha pagato circa 29omila dollari ciò che SodaStream ha preso gratis. E le visualizzazioni su YouTube sono destinate a crescere.

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Di Claire Dubosc.

Dall’infobox del video su Vimeo:

This movie is based on over than 200 videos stored on the web by current users (mostly from Youtube and Vimeo). A computer displays a day in the life of the common man in the early years of the 21st century seen through internet video data, using a basic chronological keyword research: ‘Moonset’, ‘Sunrise’, ‘Waking’, ‘Breakfast’… As we record the littlest details of our lives on the Internet, it tends to become an incredible humankind testimony for the future and human Memory now depends on computer’s hard drives.

But what if the system suddenly fell down?

Ogni frammento video è incorniciato dai relativi metadati. In alto a destra l’URL, al centro la chiave di ricerca, a sinistra il titolo e a scendere data di upload, autore, numero di visualizzazioni e dimensione del file.

Fa girare un po’ la testa ma l’idea mi sembra buona.