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Idolo

 

Ieri pomeriggio. Taranto-Viggiano, 203 km. Quinta tappa del Giro 2014.

La via del petrolio, una lunga pista oleosa dalle raffinerie pugliesi fino ai pozzi che si ergono ai piedi della Madonna Nera, nella valle del fiume Agri. Il più grande giacimento petrolifero su terraferma d’Europa.

Un enorme Jolly Roger sventola da un balcone in cima al Gran Premio della Montagna.

Fisso per mezz’ora una curva, aspettando di veder spuntare i corridori. Potrei andare al bar per un caffè, lo so bene, manca ancora tanto. Ma ho paura che mi sfuggano sotto gli occhi. Così aspetto. L’adrenalina sale piano piano. Poi è volata, lo sguardo emozionato muove lentamente da sinistra a destra, ma non troppo lentamente. Sospendo per un attimo il respiro, il più forte alza le mani al cielo ed è finita. Le scintille mi restano addosso per un po’.

E infine lui. L’avevo già capito il tipo, un mattacchione. Poi quando ha srotolato lo striscione è diventato il mio idolo.

 

Promozione Territoriale: la Basilicata.

Io vengo da queste terre. Quella che si vede nel video, però, è solo la metà buona e non potrebbe essere diversamente visto che si tratta di promozione turistica. Se volete conoscere l’altra metà, quella nera e viscosa di petrolio, date un’occhiata a queste due inchieste: la Repubblica; il Corriere della Sera.

Italia, io ci sono.

Per la sezione Atmosfera e Promozione Territoriale oggi vediamo il video vincitore di un concorso organizzato dall’Agenzia di Promozione Territoriale Basilicata. Questo corto diretto da Matthew Brown, uno statunitense di Seattle, ci racconta una regione poco conosciuta dai turisti attraverso gli occhi di uno straniero , cercando nei gesti quotidiani e nei panorami l’anima della Basilicata.

Brown ha vinto il Gran Premio per Dreaming in Italy, ma sarebbe ingiusto non considerare gli altri validissimi video creati da olandesi, sudafricani, irlandesi e anche italiani. Un plauso quindi all’APT Basilicata, che ha saputo sfruttare talenti a livello internazionale per promuovere una terra che deve ancora vivere il proprio momento di celebrità.

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Lunga vita a “La Storia siamo noi” !

 Il petrolio come asse portante del Novecento, il Caucaso come eldorado da colonizzare e prosciugare, costi quel che costi, terra promessa di una febbre dell’oro, non biondo stavolta, ma nero. Le sette sorelle come pupari che tirano le fila dell’economia e della politica globali, i pozzi mediorientali e asiatici come spinta iniziale di tutte le guerre da Hitler a Bush junior, dalla battaglia di Stalingrado al pantano iracheno.

L’approvvigionamento energetico come questione delle questioni. Enrico Mattei che avendolo capito sfida multinazionali e governi per far grande l’Italia.

Una bella lezione a firma di “La Storia siamo noi” , trasmessa ieri mattina da Rai Tre. La trovate qui.

Se ce ne fosse ancora bisogno, un’altra occasione per ricordare a questo servizio poco pubblico e molto autolesionista che programmi come quello di Minoli non si cancellano, quale che sia la ragione.

Punto e basta.